Nel corso degli ultimi anni, il cinema horror si è sviluppato seguendo diversi filoni. Uno dei più noti è composto dalle cosiddette pellicole found footage. Per chi non sapesse di che cosa stiamo parlando, tendenzialmente si tratta di film nei quali, attraverso l’uso di riprese “fintamente amatoriali”, si cerca di raccontare una trama condita di effetti più o meno violenti.

Queste pellicole seguono un andamento pressoché standard e, se proprio volessimo trovare un capostipite di questo sottogenere, dovremmo ritornare al 1999, anno nel quale debuttò nelle sale di tutto il mondo il famoso (e famigerato) The Blair Witch Project.

Nel corso degli anni il sottogenere found footage si è sviluppato e ha dato, per così dire, i “natali” a una lunga serie di pellicole che hanno riscosso un buon successo al botteghino. Alla lunga, però, anche questo filone è stato lentamente (ma inesorabilmente) svuotato di senso e oggi, a quasi venti anni di distanza da The Blair Witch Project, è veramente molto difficile trovare una pellicola found footage che possa anche solo avere una parvenza di originalità e freschezza.

Partendo da questi presupposti, proviamo ora ad analizzare The Houses October Built e il suo seguito, uscito a neppure tre anni di distanza. Sapranno queste pellicole ridare linfa a un sottogenere che non sembra essere più in grado di stupire o intrattenere gli spettatori?

Da dove nasce la paura?

Essenzialmente, i due film partono dal medesimo presupposto. Un gruppo di amici, appassionati di horror, si ritrova annualmente per visitare e scoprire le migliori attrazioni legate alla festa di Halloween. Ben presto, però, il gruppo entrerà in contatto con i Blue Skeleton, una banda di assassini travestiti da clown che cercherà in tutti i modi di rendere la vita difficile (e paurosa) ai nostri protagonisti.

Questo è quanto, gente. Si, avete capito bene: il film si regge su di una sceneggiatura veramente esile e che non lascia spazio né a sottotrame, né a vero e proprio approfondimento psicologico. E’ forse questo un male? Non necessariamente, a patto che il resto della pellicola sia all’altezza delle aspettative… E invece…

Battere sullo stesso tasto…

Come si potrà intuire dal breve paragrafo precedente, i due film oggi in esame mi hanno lasciato con una sensazione di amaro in bocca. Prima però di affrontare le “dolenti note”, sarebbe bene cominciare con gli aspetti positivi delle due pellicole.

Partiamo, in primo luogo, dalla recitazione. Di solito, nelle pellicole found footage, gli attori protagonisti sembrano mancare totalmente di naturalezza. Al contrario, in entrambi questi film i nostri eroi parlano e (sopratutto) si comportano come persone vere, mantenendo nel corso della vicenda un atteggiamento il più delle volte guidato dal senso comune e dalla scaltrezza. Dimenticatevi protagonisti che agiscono (o, peggio, parlano) in modo sciocco e avventato: in queste pellicole gli attori “recitano loro stessi” e, benché forse non troppo memorabili, i loro personaggi risultano gradevoli e mai sopra le righe.

Un altro notevole pregio della pellicola è il tentativo di inframezzare la trama con piccole sequenze di tipo più documentaristico, nel corso delle quali i nostri protagonisti intervistano i veri proprietari delle varie attrazioni visitate, chiedendo loro cosa sia la paura, quali siano gli effetti di essa sulle persone e così via.
Queste parti – fin troppo poche, a dir la verità – sono ben girate, piene di ritmo e riescono a dare un minimo di profondità alla vicenda che però, come abbiamo detto, risulta comunque essere fin troppo piatta, soprattutto nella seconda pellicola.

Infine, un ultimo punto a favore risiede nell’azzeccata scelta dei “cattivi”. I Blue Skeleton vengono presentati come una banda di cui si sa pochissimo e di cui non si riesce a capire né l’origine, né il vero scopo. Quest’aura di mistero regge perfettamente nei due film e tale elemento non fa altro che rendere la loro presenza sempre minacciosa e terrorizzante.

Senza anima?

Dopo aver passato in rassegna gli aspetti positivi, soffermiamoci ora sui lati negativi di entrambe le pellicole. Uno dei più grossi difetti di entrambe le pellicole è legato al ritmo della narrazione.
In un found footage, di solito, la storia parte in modo lento e ragionato per poi terminare in modo o improvviso oppure con un finale aperto, che lasci la possibilità allo spettatore di interpretare le vicende a cui ha appena assistito.

In The Houses October Built, il regista sceglie di intraprendere una strada diversa e, a mio parere, del tutto fallimentare. Fin dalle prime battute, infatti, entrambe le pellicole appaiono spezzettate e ricche di frammenti, salti e passaggi poco chiari che non permettono allo spettatore di immedesimarsi totalmente nella vicenda.

Ad esempio, il continuo susseguirsi tra parti “documentaristiche” e “di finzione” non fa altro che rendere la storia, che come abbiamo visto poco sopra è veramente ridotta all’osso, ancora più ricca di buchi e incongruenze. Neppure le sporadiche apparizioni dei Blue Skeleton, che fungono da vero e proprio motore dell’azione e della narrazione, riesce a redimere le due pellicole che, pur non raggiungendo le due ore di durata, appaiono incompiute e, paradossalmente, “non finite” e prolisse.

Un ulteriore problema è dato dal fatto che le due pellicole, pur potendo contare su mezzi tecnici differenti (il secondo capitolo è molto più curato rispetto al primo per quanto riguarda la componente di effetti speciali e qualità dell’immagine), appaiono fin troppo simili tra loro, quasi al limite del plagio.

Provo a spiegarmi meglio: entrambi i film non si limitano a seguire una struttura identica ma, sotto sotto, ripropongono le medesime situazioni e i medesimi momenti di paura. E’ molto difficile trovare delle vere differenze tra il primo e il secondo capitolo: in entrambi i personaggi compiono più o meno le stesse azioni, i momenti di paura sono piazzati negli stessi punti e, infine, alcuni dialoghi sembrano dire le medesime cose…

Non so se questa ricerca della somiglianza sia stata dettata da pigrizia o da mancanza di idee. Quello che posso affermare senza giri di parole è che i due capitoli sono veramente troppo simili tra loro e non è possibile trovare neppure un margine di miglioramento o di innovazione tra la pellicola del 2014 e quella del 2017: un vero peccato!

In conclusione

Due grandissime occasioni sprecate. Ecco, in poche parole, il giudizio complessivo sui due capitoli di The Houses October Built. L’idea di partenza non era affatto male ma la realizzazione e un certo senso di “piattume” di fondo non permettono alle due pellicole di entrare nel novero dei migliori film found footage.

Scares:
  • Scimmia
  • Storia
  • Effetti
  • Presa
1.9

Riassunto

The Houses October Built e il suo seguito sono pellicole che, purtroppo, rientrano dritte dritte nella categoria: horror found footage che hanno poco da dire e offrire. I difetti delle due produzioni, infatti, non sono facilmente perdonabili e, pur con alcuni momenti godibili, i due prodotti scorreranno via senza lasciare alcuna traccia nello spettatore. Non è una bocciatura totale… ma poco ci manca!