Quello di cui voglio parlare oggi è un gioco della mia “infanzia” e adolescenza, simbolo degli anni 2000. Le linee ADSL cominciavano a presentarsi con roboanti velocità quali 192K! il che voleva dire scaricare in una notte quella decina di MP3 a 64kb che potevano riempire il lettore MP3 da 128MB.
Unreal e Quake avevano dettato lo standard del FPS, erano quindi gli anni ideali per evolvere il genere. Quel che mancava era una storia, personaggi carismatici, un setting credibile e non troppa voglia di prendersi sul serio. Serious Sam grazie a questi ingredienti è stato un elemento di distinzione nel panorama videoludico assieme soprattutto alla sua forte carica auto ironica e mai troppo “Seria”.
Le avventure di Sam, Serious Sam, iniziano con il “The First Encounter” e il “The Second Encounter” entrambi basati sullo stesso motore grafico, ottimizzato nel secondo caso, e meccaniche di gioco. Nel primo titolo abbiamo un’ambientazione desertica, egizia oserei dire, con piccole variazioni dettate dagli alieni, nel secondo Sam viene catapultato in Sierra de Chiapas per fermare nuovamente la minaccia aliena. L’estetica delle ambientazioni crea panorami facilmente riconoscibili e iconici, tant’è che tornare a giocarci ora mi ha risvegliato ricordi di pomeriggi in cooperativa locale.. (non nel senso che avevamo aperto una cooperativa attiva sul territorio ma nel senso videoludico, giocare alla storia con schermo condiviso).
Le emozioni in “LAN” o schermo condiviso non si fermavano al percorrere le vicende ricche di kamikaze senza-testa-urlanti, ma spesso ci si spostava poi sul vero death-match. La grandezza di questi titoli era l’inclusione al supporto fino a 4 giocatori in split-screen, schermo condiviso, sulla stessa macchina! Non contento potevi mettere due PC in LAN e giocare in 8, signori, in 8 in rete. Cose che oggi sembrano quasi fantascienza se osserviamo l’offerta attuale. Non nego che è sempre stato più comodo avere un proprio PC/Schermo dedicato invece che condividerlo, però molte delle emozioni più grandi le si ottengono in compagnia: invitare 7 amici e passare il pomeriggio a spaccarsi di “frag” era e rimane il top del party-gaming secondo me.
Qualche anno fa arrivò il “Revolution”: gli sviluppatori, con l’aiuto dei fan (o forse il contrario?), hanno avuto la bellissima idea di creare una versione che comprendesse entrambi gli episodi iniziali con tutte le caratteristiche originali, la possibilità di mod e mappe degli utenti e piena integrazione in Steam. Pane al pane, il software non è ancora completo né in grande sviluppo attualmente: siamo ancora alla versione “Early Access Beta”, lungi da essere una versione definitiva, però funziona bene.
Le versioni originali avevano una modalità online e locale molto buone ma senza una piattaforma ufficiale su cui incontrarsi, per non parlare di sistemi di classificazione e premi completamente assenti. Ora siamo abituati a Steam, dove posso vedere se il mio amico è online e unirmi alla sua partita in 2 click, dare un occhio al suo profilo e vedere se ha raggiunto un determinato livello o se per caso ha smesso di giocarci del tutto. Sembrano bazzecole ma una decina di anni fa, riuscire a connettersi tra amici e/o trovarsi sullo stesso server era quasi una materia di stregoneria: configurazioni e smanettamenti sul router non sempre aprivano le “porte” del divertimento, figuriamoci organizzarsi a distanze superiori alla stanza.
La Croteam, software house di tutti i Serious Sam e altri bei giochi come The Talos Principle, è sempre stata molto aperta con il suo engine, così da garantire spazio a mod e strumenti per lo sviluppo fin dal primo episodio. Se siete curiosi e volete provare a “pacioccare” con un motore di gioco abbastanza semplice, il “Serious Sam Editor” ha tutte le carte per essere il vostro primo IDE su cui mettere mano.
In questa recensione non voglio descrivere le meccaniche perché non sono interessanti essendo quelle base dello shooting 3D. La bellezza di questo titolo/i è la semplicità, la leggerezza (sia del gioco che del gameplay) e l’immediatezza. Non c’è bisogno di spiegare le armi: sono tutte molto immediate (coltellino, revolver, doppietta, lanciarazzi, LASERONE, e il Cannone più altre altrettanto auto esplicative). Non c’è da raccontare la storia o cosa bisogna fare: vedi qualcuno? sparagli. Non sai dove andare? corri dritto. Avere una struttura così immediata da comprendere permette divertimento fin da subito e per tutti senza perdersi in lunghe introduzioni.
La grafica è quella del tempo, spolverata di qualche glitch ma neanche troppo: su questo campo si potrebbe dire che sia un vero e proprio “Remaster” sebbene abbiamo davanti a un remake. In questa versione vengono aggiunte delle modalità prima presenti soltanto in mod: Capture the flag, Controllo e Survival. Non sono modalità nuove al genere, le prime due soprattutto erano già parti di altri shooter contemporanei ai primi Sam: si tratta di controllare un punto o catturare la bandiera nemica su mappe appositamente disegnate (quindi new content). La modalità Survival fa eco a quella che è una delle più apprezzate nel genere degli sparatutto degli ultimi 10 anni: orde di nemici si scaraventano verso il protagonista e bisogna sopravvivere il più a lungo possibile.
La vera ricchezza di avere un titolo del genere in libreria (che brutto inglesismo) è che puoi giocarlo con chiunque e ovunque. Gira ottimamente su PC anche vecchi pure in modalità schermo condiviso: certo sarà necessario dotarsi di qualche pad però è stato ottimizzato per essere compatibile i controller XInput (vedi controller per la 360 e non solo!) così che pure la parte tediosa dell’assegnazione dei comandi a tutti risulti immediata.
Percorrendo la strada del “O tempora o mores”, ultimamente gli sparatutto sono deviati (nel bene e nel male) da quella forma essenziale di quegli anni. Giocare a Serious Sam mi riporta a quei tempi in cui la mira era tutto e le “combo di abilità” inesistenti, l’eroe era uno e i nemici tutti gli altri. Era un “Far West” dei videogiochi in cui chi sapeva estrarre per primo vinceva il duello, chi sapeva anticipare l’avversario aveva vantaggi, armi e power ups erano uguali per tutti e ben distribuiti sulla mappa. Insomma lo scontro era più scientifico. Quindi se siete abituati ad un Halo in cui l’auto-aim è abbastanza evidente, lasciate ogni speranza voi che entrate: qui il puntatore si solo muove dove lo muovi tu, la vita non si auto-rigenera e l’invincibilità o l’invisibilità, come anche la forza seria, sono power-up disponibili in luoghi abbastanza evidenti sulla mappa, sta a te non farseli rubare e usarli a dovere!
In conclusione, questa recensione è un rivangare ricordi tra i nostalgici e suggerire una spesa economica ma oculata a tutti. Cercate qualcosa di storico e base con cui spaccarvi con gli amici? Avete paura di meccaniche e strategie troppo complesse da giocare online? Cercate una sfida dove i riflessi e la bravura a mirare siano padrone più che l’effettiva conoscenza di tutte le abilità degli eroi in campo? Cercate qualcosa con cui “ammazzare il tempo” in compagnia ma anche offline? Io vi consiglio Serious Sam Classics: Revolution.
Valutazione
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Riassunto
Non è un titolo definitivo ma più un ritorno dal passato glorioso. Il gioco è invecchiato e in questo re-make si son andati a correggere molti problemi delle versioni originali. Rimane quello che è sempre stato, un gioco divertente con gli amici integrato in una piattaforma vincente per quanto riguarda mod e partite personalizzate (Steam). Se si trova sotto i 5€ diventa un must-have per la libreria di qualunque giocatore appassionato di shooters.