La ricerca di un degno gioco di corse per le serate con gli amici mi ha portato infine a provare l’ultima creazione di Nintendo, Mario Kart 8. Il gioco si conferma un must have per tutti quelli che hanno a cuore divertirsi in compagnia con qualcosa di semplice, impegnativo il giusto e divertente per tutti. Ma prima, una piccola rassegna del mio percorso in questo genere di giochi e perché reputo Mario Kart 8 come la migliore incarnazione di questo genere.

Iniziare dagli anni 90…

Nella gioventù da giocatore, parto abbastanza avanti come esperienze, dato che tutto ciò che veniva prima dei metà anni 90 non è stato di mia fruizione. Però, fin da piccoli, io e i miei amici, abbiamo vissuto i videogiochi principalmente come piattaforma di divertimento collettivo, collaborativo o di sfida. Il primo gioco di corse a schermo condiviso che abbiamo giocato era il mitologico Wacky Wheels, un simulatore di cart dove animaletti correvano su piste in finto 3D e si sparavano a colpi di porcospini arrotolati. Piattaforma DOS, demo recuperate da floppy e dischi promozionali, fino a una versione completa ricavata chissà dove… (ps c’è stato un tentativo di remake non di successo.. nel caso foste curiosi)

i porcospini!

Il secondo passo fu Crash Team Racing. Sony vinse la console war prima del secondo millennio e in Italia, se si voleva competere a qualcosa di divertente e piste fuori dal comune c’era solo CTR. Penso che la maggior parte dei ragazzini di quegli anni (e successivi) hanno memorie di Crash e Pura che si lanciano missili mentre Cortex li supera sgommando e lanciando un turbo all’ultimo. Per noi che abbiamo perso le precedenti e contemporanee home console di Nintendo, queste erano meccaniche avanzate, il parco di bonus e armi con cui ammazzarsi  era come limone sul pesce, completava l’esperienza regalando risate e battaglie interne. Facendo due ricerche ho scoperto che il titolo di Naughty Dog, nonostante evidenti copiature dal Re, ha saputo innovare aggiungendo meccaniche come il turbo dopo salti e sgommate controllate. Il gioco è tutt’ora piacevole da giocare, consigliato se lo trovate!

Il salto nel 2000: PS2

Arriva il nuovo millennio e le tecnologie crescono, la PS2 riesce a imporsi nuovamente e i PC cominciano a smarcarsi dal terreno delle console da salotto, mettendo carne sulla brace. In questo periodo di fioritura voglio ricordare un gioco che ci ha regalato grandi, intense emozioni: Burnout. In questa saga di giochi di macchine, ci si sfidava con veicoli “reali” su strade americane a sportellate per ottenere il numero maggiore di crash e arrivare primi al traguardo. Lo so che il concetto è diverso rispetto ai kart ma ha un senso, aspettate..

..troppi ricordi..

In quegli anni quasi tutti i titoli di guida offrivano uno split-screen piacevole, in remoti casi anche fino a 4 giocatori, ma la limitazione della console dotata solo di due porte joystick e le nostre povere tasche ci impedivano di godere di esperienze più partecipative. Per questo titoli che univano la spettacolarità alla sfida tra gli amici rendevano i pomeriggi divertenti a suon di esplosioni e sportellate assassine.

Da lato PC invece si perde la collaborazione sulla stessa macchina. Le potenze in gioco salgono, fin troppo, impedendo di implementare proficuamente schermi condivisi di livello. Molti giochi saranno limitati e le loro controparti PS2 avranno addirittura comparti grafici e multi giocatore locale nonostante la limitata potenza hardware. In quegli anni ho sofferto la mancanza di valide alternative, ritornando su titoli più vecchi, come Re-Volt, Ignition, che fornivano un certo divertimento sebbene sempre limitando l’esperienza a massimo 2 persone e con grossi sacrifici. Entrambi i titoli sono di livello, racchiudono macchinine tra il giocattolo e il fantascientifico che se la danno in circuiti dal casalingo allo stravagante, però mancano quel supporto al multi utente che i titoli console si portavano dietro..

La settima generazione

Con l’arrivo della settima generazione di console il mercato cambia faccia e forma, soprattutto in Italia. Sebbene fossimo stati abituati a una penisola sonara in questi anni prendono il sopravvento Nintendo con Wii e Microsoft con Xbox 360. Su queste console spopolano dove il multiplayer ha una nuova vita con affiancata l’introduzione dell’online per tutti, il che vuol dire grandi titoli da condividere in salotto ma anche nel proprio intimo. Questa rivoluzione legata alla diffusione di connessioni veloci viene sofferta dal mercato PC che vede perdere la componente di condivisione locale verso un’ apertura verso il mondo. Quindi ci troviamo a giocare dove c’è una Xbox 360 e con i titoli che la accompagnano.

In questo periodo vorrei rimarcare la presenza di un titolo che, superata questa generazione, non ha visto eguali: Blur. Nel gioco citato (presente anche per PC! con supporto a schermo condiviso fino a 4 giocatori!) ci si affronta su strade cittadine con macchine “reali”, nel senso che sono copie di modelli commerciali del tempo, e ci si sportella a colpi di power up come non ci fosse un domani. L’ambientazione realistica distacca il genere dall’ambito giocattoloso che ha sempre caratterizzato questo genere di giochi regalando un impatto estetico sui generis mai visto prima. Purtroppo questo titolo fallisce nelle aspettative di vendita e, nonostante le promesse di nuove mappe da parte degli sviluppatori, vede calare il suo supporto fino alla scomparsa dai negozi digitali.

Cos’ha Mario Kart 8 che gli altri non hanno?

Passata la lista dei ricordi e affezioni legate alla crescita personale, Mario Kart riesce a superare i titoli precedenti assimilandoli in concentrato di divertimento. Grafica accattivante, modello di guida e meccaniche leggere, piacevoli e immediate, tanti modi originali per darsele di santa ragione e un set di piste originalissime sono la sommatoria di quello che hanno portato gli scorsi 30 anni di corse arcade digitali. Ma non è semplicemente questo quello che rende particolare l’ottava versione di questo gioco.

non una, non due ma ben tre Rainbow Roads: nuova e remastered.

In ogni gioco di corse lo scopo è vincere e il livello di sfida può non essere sempre bilanciato: IA infallibile o bravura di alcuni giocatori portano a sfide non equilibrate e spesso con risultato dettato dalla partenza migliore. Il titolo giapponese supera la frustrazione di non essere dei giovani Micheal Schumacher virtuali dando la possibilità a tutti di “tirare giù il primo” o di scattare in avanti per recuperare il gruppo. Questo avviene attraverso una distribuzione non totalmente casuale dei power up. Se la cosa a priori può far storcere il naso in realtà si rivela vincente in quanto non saremo abbandonati ad agonizzare in ultime posizioni.

Inoltre, i bot sono particolarmente aggressivi, specialmente quando ci si trova nel mischione, lontani dal podio e lontani dalle ultime posizioni. Qui la gara si fa accattivante e i duri iniziano a giocare, non si scherza con Peach! Yoshi sa anche essere un vero palo nel culo quando vuole e non conviene farsi preconcetti troppo fuffolosi con nessuno dei personaggi disponibili sebbene le loro fattezze suggeriscano il contrario.

La personalizzazione non si limita al singolo personaggio scelto ma si differenzia arrivando a definire il modello di veicolo, il supporto rotante su cui si corre e un supporto alare per affrontare i salti più impervi. Ognuno di questi elementi, oltre ad essere principalmente estetico, collega delle piccole differenze prestazionali. I veicoli a due ruote hanno maggiore accelerazione ma minore maneggevolezza in curva, il sottomarino ci aiuterà per quelle piste piene di elementi subacquei e le ruote da monster truck saranno un piacevole add-on per le piste sterrate. Questo non vuol dire che dovete avere il veicolo perfettamente customizzato ma collega come volete apparire con cosa comporta nello scenario di gioco.

Ma l’ultima cosa, o la prima fondamentale, che gli altri titoli purtroppo mancano e Mario Kart 8 ha è l’immediatezza. Questo è un gioco che non ti chiede niente e restituisce solo divertimento. Non devi essere un genio di corse né aver giocato tutti i titoli precedenti sulle vecchie console. Il gioco mantiene l’approccio semplice e piacevole di tutti i titoli legati all’idraulico italiota senza perdere niente in livello di sfida. Come ci riescano, io non riesco ancora a spiegarmelo..

Pole position?
  • 85%
    Scimmia - 85%
  • 85%
    Grafica - 85%
  • 100%
    Gameplay - 100%
90%

Riassunto

Un titolo di puro gameplay, ottima grafica e gran coinvolgimento. Questo è IL titolo di Kart di questo decennio, grazie a una serie di caratteristiche che ha saputo integrare dai suoi concorrenti elevandole a standard della categoria. Consigliatissimo e da recuperare!!