It Comes at Night è l’opera seconda del (misconosciuto) regista di origine texana Trey Edward Shults. Uscita negli Stati Uniti a giugno, la pellicola non ha affatto sfigurato al box office anche se al contempo è riuscita a polarizzare in modo deciso il pubblico e la critica. In anteprima, proviamo a capire insieme se quest’opera è valida oppure no…

Desolazione: un saggio in suoni e immagini

Il film è ambientato in un mondo post apocalittico dove una terribile epidemia ha sterminato buona parte della razza umana. I pochi sopravvissuti, senza corrente elettrica e acqua potabile, hanno imparato a sopravvivere con i pochi mezzi rimasti a disposizione. Alcuni hanno scelto una vita errabonda e vagano di luogo in luogo alla ricerca di qualche forma di sostentamento mentre altri, più accorti, si sono appropriati delle abitazioni ormai abbandonate e le hanno trasformate in rifugi di fortuna.

La famiglia di Paul e Sarah, insieme al figlio diciassettenne Travis, ha scelto questo di occupare una casa sperduta in un bosco e, al fine di sopravvivere, si è data una serie di regole ferree da seguire. Un giorno la “tranquilla” vita della famigliola viene sconvolta dall’intrusione nella loro abitazione di un altro nucleo famigliare, anch’esso composto da tre persone.

Dopo un primo momento di panico, le due famiglie inizieranno a convivere sotto lo stesso tetto ma qualcosa, a poco a poco, inizierà ad andare terribilmente storto…

Frammenti di uno specchio rotto

Per rendermi la vita più semplice, metto subito le carte in tavola: pur essendo stato (volutamente) pubblicizzato come un horror, It Comes at Night è un’opera di difficile classificazione che ama mescolare elementi e suggestioni già viste e conosciute dalla maggior parte degli spettatori.Se volessimo utilizzare una metafora, la pellicola appare come un mosaico composto da tessere diverse, frammenti di risulta e suggestioni che provengono da altre opere filmiche che letterarie.

La pellicola, fin dalle sue prime battute, sembra far capire allo spettatore che il primo strato – quello più superficiale – dell’opera è caratterizzato da una storia “già vista” e in parte “nota” che segue dei canoni narrativi e stilistici ben precisi e codificati ormai da tempo.

Sotto questa superficie apparentemente piatta e banale si nasconde in verità un’opera che, con il pretesto di parlare di un mondo post apocalittico, passa in rassegna in maniera quasi chirurgica alcuni mali che affliggono il mondo d’oggi tra i quali si possono citare il crescente senso di paura veicolato dai media, la paura dell’altro e l’incomunicabilità che a volte regna all’interno del contesto famigliare.

In altre parole, It Comes at Night è una metafora del mondo di oggi camuffata da racconto distopico. Il regista si circonda di un pugno di attori eccellenti (in tutto sei) e scrive per loro una sceneggiatura minimale ma che comunque riesce a raccontare una storia disturbante e terribilmente triste.

Lo sguardo sull’altro / lo sguardo dell’altro

Abbiamo citato in precedenza che uno dei temi trattati dall’opera è la paura. Trey Edward Shults pare divertirsi molto a comporre un affresco in cui nessuno dei sei protagonisti principali appare veramente sereno.

Osservando con cura i vari protagonisti, lo spettatore più accorto potrà notare che nessuno di essi appare veramente a suo agio nella situazione in cui si trova. Anche se ormai – nella realtà filmica – i nostri eroi sono “veterani” del mondo post apocalittico, ognuno di loro (chi per un motivo, chi per un altro) è una sorta di “fantasma che cammina”, un guscio ormai quasi vuoto e privo di qualunque prospettiva per il futuro.

Il tema della paura viene declinato in due direzioni, entrambe magistralmente descritte dal regista: se da un lato la paura è ciò che non consente alla famiglia del giovane Travis di accettare completamente il nuovo gruppo arrivato “per caso” nella loro casa, dall’altro lo stesso ragazzo è in un certo senso la vittima principale di questo sentimento.

I suoi genitori, infatti, non lo considerano ancora in grado di poter sopravvivere da solo in un mondo ormai ridotto in frantumi e, così facendo, lo costringono a vivere in una sorta di “realtà artificiale” dove tutto appare protetto, controllato e scandito da regole e dettami ben precisi e che non possono/devono essere mai né contestati, né messi in discussione.

E’ proprio la paura il motore centrale del film: tutte le azioni dei personaggi sono guidate da questo sentimento e anche la scena finale, nella sua infinita crudezza, può essere letta come una sorta di avvertimento a tutti coloro che credono che l’unica via per sfuggire a una situazione paurosa… sia quella di generare altra paura e sofferenza negli altri.

In conclusione

A mio modesto parere, It Comes at Night è un piccolo gioiello. Difficile da classificare – ma non per questo da cestinare senza neppure averla vista – la pellicola si regge su un’interpretazione maiuscola da parte dei protagonisti e su di una sceneggiatura scarna ma che riesce in modo mai banale a parlare (e a parlarci) come uomini e donne del mondo di oggi. Consigliato a quelli che cercano una pellicola atipica ma al contempo fortemente appagante.

In conclusione
  • Scimmia
  • Storia
  • Effetti
  • Presa
3.6

Riassunto

It Comes at Night è un horror atipico che sicuramente spaccherà il pubblico e la critica. Sottile, perverso, metaforico e dal ritmo lento, il film parte da alcuni temi già noti (e forse fin troppo abusati) ma riesce a mescolarli in modo nuovo e sapiente.
Consigliato a chi non cerca il jump scare a tutti i costi e preferisce un horror che, come un vino d’annata, va consumato lentamente per poter comprendere totalmente tutte le sue sfumature e tocchi di classe. In poche parole: una sorpresa inaspettata!