Nel corso degli ultimi anni, i cosiddetti body horror – ovvero quelle pellicole in cui i sentimenti di orrore e paura nello spettatore vengono creati attraverso la rappresentazione di deformità fisiche del corpo – hanno conosciuto una seconda giovinezza.

In questo filone si inserisce a pieno titolo Replace, film tedesco del 2017 che però può vantare un cast di livello internazionale. Diretta dall’esordiente Norbert Keil, la pellicola va a toccare uno degli aspetti più delicati e intimi dell’essere umano, ovvero la sua pelle.

Under the skin – Storia e sceneggiatura

Kira Mabon è una giovane donna come molte altre. Amante della musica e talentuosa pianista, la ragazza si accorge quasi per caso di avere uno strano e misterioso eritema cutaneo, accompagnato da un forte mal di testa e da alcuni momenti di totale amnesia.

Dopo aver sentito il parere di una dermatologa, Kira capisce che la sua malattia è più grave del previsto: l’eritema, infatti, secca in poche ore la sua pelle che appare sempre più emaciata e cadaverica. Decisa a trovare una soluzione, la donna scopre che l’unico modo per bloccare temporaneamente l’eritema è quello di sostituire gli strati di epidermide morta con pezzi di pelle… possibilmente prelevati da vittime sane e ancora in vita.

Aiutata dalla sua vicina di casa, Kira dovrà fare luce sull’origine della sua malattia e sulle implicazioni che essa comporta…

Questa è, per sommi capi, la storia raccontata in Replace. La sceneggiatura, scritta per metà dallo stesso regista, vede la partecipazione del veterano Richard Stanley, autore dello screenplay di una pellicola cult come Hardware (1990) ma anche di una delle opere più camp e meno riuscite della storia come The Island of Dr. Moreau (L’Isola perduta, 1996).

Il risultato di questo lavoro a quattro mani è, per la verità, alquanto pasticciato. Uso questo termine non a caso: pur alquanto lineare, la sceneggiatura appare in certi frangenti piuttosto rozza e abbozzata. Ad esempio, la prima ora della pellicola – pur visivamente godibile – si presenta purtroppo come un’accozzaglia di situazioni diverse, molte volte slegate tra di loro.

In altre parole, a livello narrativo Replace si muove a balzi, a scossoni, a scatti: lo script presenta certamente buone idee ma queste ultime sono letteralmente sommerse da centinaia di spunti non sviluppati e dal potenziale totalmente inespresso.

I due plot twists che caratterizzano la parte finale del film sono un perfetto esempio di quanto dicevo poc’anzi: il primo, pur nella sua classicità, appare assolutamente inaspettato e in grado di dare un po’ di vigore a una sceneggiatura, fino a quel momento, fiacca mentre il secondo, a pochi istanti dalla fine, appare raffazzonato e totalmente fuori luogo.

Il lavoro a quattro mani, come si sa, non è sempre facile: in questo specifico caso, una rilettura e una “ripulitura” dello script da parte di una terza persona avrebbe sicuramente reso la pellicola molto più godibile…

Un triangolo al femminile – recitazione e musica

Pur partendo da una sceneggiatura imperfetta, l’interpretazione fornita dalle tre attrici principali di Replace appare sempre godibile e ben riuscita. Un plauso va all’esordiente Rebecca Forsythe, classe 1990 e figlia dell’attore di culto William Forsythe, che interpreta la protagonista Kira con grazia, leggerezza ma anche con un sottile tocco di perversione soprattutto quando, da ragazza qualunque, si trasforma in una belva assetata di pelle altrui.

Medesimo discorso vale per le due attrici non protagoniste, la veterana Barbara Crampton e la francese Lucie Aron. La prima regala una prova maiuscola, interpretando un’enigmatica dermatologa che nasconde non pochi segreti. Pur non apparendo molto nel corso della pellicola, Crampton recita la propria parte in modo misurato e mai troppo sopra le righe.

Discorso analogo per Anon che interpreta la vicina di casa della protagonista. Attraverso una prova che sa mischiare dolcezza, sensualità e pura brutalità, l’attrice appare una comprimaria di lusso che sa tenere egregiamente testa alla protagonista.

Per quanto riguarda invece la musica, la colonna sonora della pellicola spazia da pezzi più “sintetici” a composizioni più orchestrali senza una vera e propria soluzione di continuità. La scelta di mischiare elementi sonori diversi appare, sulla carta, interessante ma purtroppo in questo caso si rivela un mezzo fallimento, in quanto la grande varietà di pezzi utilizzati nel corso della pellicola non fa altro che aumentare il senso di confusione e spaesamento dello spettatore.

Memoria, tatto e una spruzzata di orrore – effetti speciali e regia

Infine soffermiamoci ancora per un attimo sugli effetti speciali. Le poche scene veramente gore della pellicola sono presentate in modo convincente e riusciranno a mettere i brividi anche agli spettatori dotati di stomaci forti. Pur non potendo contare su di un budget stratosferico, il lavoro svolto dai tecnici rasenta il realismo: pezzi di pelle squarciata, sangue e brandelli di carne più o meno infetta si susseguiranno sullo schermo ma senza mai esagerare.

Questo uso molto parco e ragionato degli effetti speciali mira, a mio parere, a non appesantire troppo la pellicola. Paradossalmente, sono forse questi pochi (e, a volte, inaspettati) momenti a rendere speciale Replace.

Se è vero che gli effetti speciali sono di ottimo livello, la regia di Norbert Keil appare invece alquanto vacillante. Complice la poca esperienza, il regista punta su uno stile frammentario e volutamente confuso che ha il preciso scopo di rendere visibile il disorientamento patito dalla protagonista. Questa scelta, alla lunga, appare alquanto stancante per lo spettatore che, tra un balzo e un’inquadratura sbilenca, si troverà più volte nella spiacevole situazione di non capire effettivamente quello che sta accadendo sullo schermo…

In conclusione

Non me la sento di bocciare completamente Replace. La pellicola è piagata da alcuni notevoli difetti ma, al contempo, è nobilitata dall’ottima interpretazione fornita dalle attrici e da effetti speciali di ottimo livello. Un consiglio: date una chanche a questa pellicola. Le sensazioni che lascerà in voi saranno sicuramente forti, contrastanti ma durature nel tempo…

In conclusione
  • Scimmia
  • Storia
  • Effetti
  • Presa
2.6

Riassunto

Replace è una pellicola che vive di alti e di bassi. Se l’interpretazione delle attrici e gli effetti speciali sono di prim’ordine, la sceneggiatura e alcune scelte registe dimostrano la natura di opera prima di questo progetto.
Consigliato a chi cerca un body horror che, pur molto pasticciato e lontano dalla perfezione, regala comunque una buona dose di brividi e alcuni momenti che fanno rimanere letteralmente incollati alla sedia.