All’inizio di Marzo 2017 è stato presentato e messo in vendita il Nintendo Switch, nuova console di origine nipponica pronta a smuovere i videogiocatori che riposavano sulle ceneri di Wii U. Se pensavate che i problemi della precedente macchina da gioco risiedevano nel fattore tablet, sarete lieti di sapere che questa volta la Nintendo sembra aver capito i desideri dei gamers.

La nuova macchina, in linea teorica, non dovrebbe deludervi, anche se effettivamente stiamo parlando di una nuova console che è un tablet di per sé. Tralasciando le specifiche tecniche e altre banalità da console war, questo gioiellino della tecnica ci ha colpiti, come giocatori, come redazione: in questo articolo tireremo fuori alcune riflessioni che questo prodotto ha scatenato tra di noi, sperando vi possano allietare o far pensare sul medium videoludico.

Il vero Multiplayer: Back to the future!

Nel corso degli anni, gli sviluppatori hanno spostato il centro del videogioco da una visione di sistema per il divertimento della famiglia ad un target singolo, individuale. Le prime macchine da gioco nascono con due o più controller e praticamente tutti coloro che son cresciuti negli anni 80-90 hanno memoria di quei momenti in cui ci si incontrava a casa di un amico a giocare (che fosse un PES, o un WWE, o un Halo, non è importante), passare i pomeriggi in compagnia chiacchierando, scherzando, cazzeggiando e giocando a queste avventure da grafica abbozzata ma grande divertimento collettivo.

Con l’avvento di internet diffuso e connessioni veloci perdiamo questo concetto e abbracciamo un’identità sociale virtuale, dove la nostra rete di amici si estende senza limiti portandoci alla fine ad essere sempre più interconnessi, singoli individui allacciati tra di loro. Anche nei giochi di squadra si punta a spiccare nel team, cercare di essere l’elemento che “carry-a” la partita e abbandoniamo le vecchie usanze: trovarsi assieme, giocare, cazzeggiare, confrontarsi per più di 5-10 minuti.

Se questo fenomeno ha accompagnato lo sviluppo del gaming su PC, Playstation e Xbox, Nintendo è sempre stata attenta ad evitare di perdere le origini mantenendo il supporto a 4 o più giocatori su quasi tutti i titoli (a parte quelli esplicitamente single player) e su tutte le console.

Party games: giochi per tutti, essenziali ma dannatamente divertenti…

Penso (Deiv) che l’apice lo abbiamo visto con la console Wii, massima esponente delle partite casalinghe. Il successo, oltre che alla semplicità d’uso, secondo me è garantito anche dalla semplicità di divertimento per il gruppo di persone che ci giocano, a discapito del singolo. Per questo è riuscita a diffondersi facilmente nelle famiglie e tra gli amici, che in tre secondi e con poca spesa economica, hanno saputo trarre massimo divertimento nei momenti di vera socialità, ovvero quando ci si trova in più di una persona.

Con questo non voglio dire che Sony e Microsoft non abbiamo provato a lungo, a rivendicare la natura più giocosa e di movimento delle loro console: ricordiamo Kinect, grande avanzamento tecnico utilizzato più per la ricerca che per il videogioco, ricordiamo i Move di Sony e il VR che dopo neanche 6 mesi dall’uscita non ne parla più nessuno (ed è un gran peccato – Luca aggiunge).

Entrambe queste tecnologie erano valide, sono valide, ma poco supportate e quindi hanno perso ogni appeal da parte dell’utente medio. Sottolineerei anche il fatto che, nonostante volessero creare un coinvolgimento maggiore del videogiocatore con l’interazione di gioco “aumentata”, non sono mai state in grado di allargare l’orizzonte di gioco a più attori, relegando l’esperienza al singolo, o al massimo duo di amici.

Playstation VR: una solenne delusione?

La sfida che lancia questa “nuova” console di Nintendo è la stessa delle precedenti: tornare a giocare assieme. Di base si compone di due controller, o meglio un controller che può sdoppiarsi, di fatto invitando al gioco con almeno un altra persona. La natura portatile implica un coinvolgimento globale, anche fuori dalle mura domestiche, invitando a muoversi, uscire, trovare compagni di gioco e non farseli cercare da un algoritmo di match-making. L’unica pecca, ma dobbiamo ancora vedere, è il supporto alla struttura “Wii”, periferiche e giochi, che per il momento sembra abbandonata e sarebbe una vera perdita nel panorama videoludico.

Sembrerà strano, ma davvero reputo sarebbe una perdita: sono un videogiocatore appassionato e non dubito che tutti i videogiocatori non vedrebbero una gran perdita nell’abbandono di controller a movimento e pedane basculanti, ma se pensiamo all’impatto che hanno avuto su quel pubblico che trova ancora poco coinvolgente avere un pad in mano, la maggior parte della gente comune, beh, allora il mondo dei videogiochi farebbe dei passi indietro sulla loro diffusione e tanta agognata accettazione.

Gaming ovunque, in compagnia: novità o ritorno alle origini?

Mi ritrovo (Luca) nelle considerazioni appena fatte dal buon Deiv. Pur non avendo mai posseduto una console Nintendo in vita mia – sono sempre rimasto “fedele” a Sega oppure alla Sony – questo Switch mi appare avere ottime potenzialità e sembrerebbe destinato a seguire e a tracciare una rotta in un certo senso inedita.

In un mercato ormai saturo di macchine che non hanno un’identità precisa e preferiscono essere “tutto” (media center, macchina da gioco, memoria per conservare foto o video… ma non ci sono già i PC per questo?), Nintendo rimane “fedele alla linea” e propone un prodotto “per puristi”, in grado però allo stesso tempo di generare hype anche ai non hardcore gamers.

Un lancio infelice

La nuova nata di Nintendo non è solo rosa e fiori, ci sono molte incertezze riguardanti il suo presente e futuro. Cerchiamo di capire: l’annuncio è stato frettoloso e a ridosso con l’uscita, i trailer mostravano gameplay di titoli neanche in lavorazione per la console ed è stata lanciata nel vuoto senza un grande parco di giochi disponibile. I titoli al lancio si contano sulle dita delle mani e con prezzi da far girare la testa (60€ per Bomberman? davvero?) ma alcuni sembrano essere davvero di qualità.

Zelda: Breath of the Wild (che alcuni hanno scherzosamente tradotto in Zelda e la sua Fiatella) sembra molto bello, ha ricevuto tonnellate di recensioni positive raggiungendo forse il primato di gioco meglio valutato della storia al lancio: speriamo presto di potervi dare un parere “personalizzato”. Fast RMX sembra un giocone, racing ad altissime velocità, un po’ come Wipeout ai tempi, già uscito su Wii U e ottimizzato per Switch con supporto a 4 giocatori locali e 60FPS stabili.

L’infelicità più grossa che vedo nel lancio di questa console è data dal supporto all’ambiente Wii: se con Wii U abbiamo avuto una Wii ottimizzata per l’alta definizione e piena compatibilità con le periferiche pre-esistenti, con Switch perdiamo il supporto ma teniamo i giochi. Son disponibili vari party games derivati dalle versioni Wii U (e prima Wii) che sfruttano i sensori nei Joy-Con (che fantasia, ndr) per fare quello che facevano i vecchi controller bianchi ma non abbiamo idea dei piani della casa giapponese riguardo un futuro supporto delle vecchie periferiche o sulla pubblicazione di nuovo hardware dedicato.

A quanto vediamo e intuiamo dalla natura della console, Nintendo non sembra indirizzata a voler sfruttare la natura “Party” dei giochi, ma tornare a un gameplay più classico, in cui 2-4 amici si trovano davanti alla console e giocano insieme allo stesso titolo, con controller semplici, 4 tasti e un Joystick direzionale, senza perdersi troppo in balletti o attività ginnica.

Alle considerazioni appena espresse mi permetto di aggiungere (Luca) che Nintendo non è nuova a piccoli (e grandi) errori nel lancio delle proprie console. Anche questa volta Switch non è stata esente da problemi o da difficoltà.

Uno dei problemi forse più gravi è proprio quello dedicato alla poca varietà del parco giochi al day one. Sarei veramente tentato – prima e unica volta in vita mia – di acquistare Switch per il solo Zelda, in quanto questa nuova incarnazione appare essere veramente spettacolare, ricca e dannatamente additiva. Oltre a questo titolo, però, che cosa rimane? Per ora, veramente poco: molti titolo annunciati o sognati (tipo Metal Gear Solid HD)… Speriamo in bene, veramente: Nintendo, quando vuole, sa fare le cose come si deve e incrocio le dita perché questa nuova console non entri ben presto nella categoria di quelle macchine tanto hype e poca sostanza.

Incrociare fortissimo le dita: lo stai facendo bene…

La morte delle console e la fine della console war

Ebbene sì, la mossa di muoversi verso un panorama mobile/statico incentrato su un multiplayer locale segna un netto taglio con le console di questa generazione. Se da una parte abbiamo delle console che cercano di avvicinarsi sempre più all’ecosistema PC con multiplayer online, AppStore, DLC, Patch e Mod, questa nuova nata rivendica la natura vera di una console: essere immediata e divertire, controlli semplici, giochi classici.

Switch mantiene tutte queste caratteristiche, ritornano pure le cartucce molto anni 80-90, perdendo magari in qualità (neanche troppo) ma definendosi come console a tutti gli effetti. PS4 e Xbox One hanno perso il look and feel delle console e sembrano a tutti gli effetti degli home theater, non neghiamolo. La distribuzione dei titoli anche su PC, con Market di Microsoft e lo Streaming di Sony, ha ucciso la necessità di possedere quelle console, rendendole di fatto dei PC castrati da salotto, o dei mediabox avanzati e causandone la morte (o prossima estinzione).

Console war: no more?

La fine della console war avviene quando ne rimane solo più una e a quanto pare Nintendo dimostra di essere l’unica vincitrice, rimanendo l’unica vera console, originale e con titoli unici non disponibili per altre piattaforme. Ma stiamo attenti, ora che il target è singolo, è più facile eliminarlo.

Se Switch è una console “pura”, il vero rischio è quello a mio parere (Luca) di non riuscire a soddisfare e creare una solida fanbase, in grado di supportare nel lungo periodo il prodotto. Nel corso della sua lunga storia, Nintendo ha potuto contare su fan leali e (quasi) sempre pronti ad acquistare più o meno a scatola chiusa quello che veniva prodotto e lanciato dalla casa nipponica. Ci sono stati, negli ultimi tempi, alcuni passi falsi non di poco conto (come, ad esempio, lo scempio avvenuto con Super Mario Run) e, credo, che Switch rappresenti per la Nintendo un modo per rilanciarsi, a tutti gli effetti.

 In conclusione

Come redazione siamo rimasti molto soddisfatti e affascinati da Switch, un prodotto che sembra avere molte potenzialità e pare in grado di soddisfare (potenzialmente) un numero di gamers molto alto. Le premesse sembrano essere buone e, per una volta, solide.
Allo stesso tempo, però, sappiamo bene che le somme – soprattutto in ambito videoludico – si potranno tirare solo tra qualche mese, ovvero quando saranno usciti altri titoli di spessore e quando, dopo la prima “botta” di hype, si potrà valutare a bocce ferme se questa nuova console Nintento abbia veramente fatto breccia nel cuore dei games oppure no.