Nel corso degli ultimi anni uno dei trend più seguiti dal cinema horror europeo e statunitense è quello di omaggiare, più o meno palesemente, la cultura e il costume degli anni Ottanta, in un certo senso una delle vere “epoche d’oro” per il cinema del terrore. Il film di cui parleremo oggi, Beyond the Gates, rientra a pieno titolo in questa categoria. Come sarà? Scopriamolo insieme…

Chip thrills and board games

La storia della pellicola è piuttosto semplice e, in un certo senso, alquanto stereotipata. Due fratelli molto diversi tra loro sono costretti a riavvicinarsi per indagare sulla sparizione di loro padre, proprietario di una videoteca.

Mentre esplorano le stanze vuote e desolate del negozio, i due si imbattono in uno strano board game chiamato Beyond the Gates. Il gioco, accompagnato da una videocassetta, sarà il fulcro delle successive peripezie dei protagonisti che, insieme ad altri due personaggi, saranno chiamati ad addentrarsi nel gioco e nei suoi misteri.

Ben presto i nostri eroi scopriranno che il board game non è così innocuo come sembra e che, forse, è in qualche modo legato indissolubilmente alla sparizione di loro padre.

Life in the Eighties

Se, come abbiamo appena visto, la trama non si discosta molto dai canoni classici dell’horror anni Ottanta e, in certi punti, appare perfino leggermente pretestuosa, quello che salva Beyond the Gates dall’inferno dei “film brutti” è il suo essere una pellicola che mira sinceramente a omaggiare il passato, senza compromessi.

Fin da subito, infatti, l’intento dell’esordiente Jackson Stewart appare quello di creare un’opera “retro” con i mezzi a disposizione nell’epoca moderna. Ciò significa che la recitazione, la scelta delle inquadrature, le luci e e perfino gli effetti speciali sembrano usciti di peso da una pellicola del 1984 o poco più.

Questa scelta ovviamente farà felici alcuni ma scontenterà altri. Per fare un esempio, la maggior parte degli effetti speciali della pellicola, nel loro essere volutamente “caserecci”, potrebbe far sogghignare sotto i baffi molti spettatori, ormai abituati al massiccio uso della CGI.

Al contrario, ho trovato questa scelta molto interessante anche perché, e questo è un merito innegabile dell’opera, gli effetti speciali non saranno forse lo stato dell’arte ma comunque colgono nel segno: cuori strappati, ettolitri di sangue e coltellate violente ben si sposano con l’atmosfera over the top della pellicola e appaiono, nel complesso, comunque mai forzati o messi a casaccio.

It’s all in the scream, baby

Sempre per rimanere in tema di over the top, un plauso particolare va all’interpretazione degli attori che, pur chiamati a recitare alcune volte “sopra le righe”, riescono comunque ad apparire sempre in parte e mai fuori luogo.

Un plauso particolare va a Barbara Crampton che, nel film, si ritaglia un piccolo ruolo da vera star di genere. Icona dello splatter anni Ottanta, l’attrice compare qui nelle vesti di Evelyn, la misteriosa e inquietante figura che appare nella videocassetta allegata al board game. Sempre in bilico tra il serio e il faceto, Crampton regala un’interpretazione maiuscola e convincente, in grado di strappare a volte una sana risata anche nei momenti ad alta tensione.

Oltre il cancello: in conclusione

Beyond the Gates non è un film per tutti e, per questo, va affrontato con il giusto spirito. Se si è alla ricerca di una pellicola che fa il suo mestiere, ovvero raccontare una storia semplice e profondamente anni Ottanta, quest’opera è quello che fa al caso vostro.

Non ci troviamo di fronte a un capolavoro, sia chiaro: il film è un onesto tentativo di ricollegarsi a generi, mode e tendenze ormai superate in ambito cinematografico ma che, forse, hanno ancora qualcosa da dire e insegnare anche in quest’epoca.

In conclusione
  • Scimmia
  • Storia
  • Effetti
  • Presa
2.8

Riassunto

Beyond the Gates è un sincero e profondo omaggio alla cultura e agli horror anni Ottanta. Pur retto da una storia fin troppo semplice, il film scorre liscio come l’olio dall’inizio alla fine anche se, sicuramente, farà storcere il naso a non poche persone.
Consigliato a chi vuole coltivare il proprio lato nostalgico o a coloro che sono alla ricerca di un horror senza troppi fronzoli ma comunque efficace.