Di origine sudafricana, Keir Burrows è un giovane regista che nel corso degli anni ha diretto e interpretato una serie di corto e mediometraggi di pregevole fattura. Trasferitosi con la famiglia in Inghilterra, nel 2016 ha scritto e diretto il suo primo lungometraggio: Anti Matter.

La pellicola ha ricevuto una serie di critiche favorevoli e inoltre ha vinto il premio per la miglior sceneggiatura sci-fi al Toronto Indipendent Film Festival. Con un tale palmarès, potevamo forse esimerci dal recensirlo brevemente?

E se un giorno…

Anti Matter racconta la storia di una giovane scienziata, Ana, che insieme a un gruppo di colleghi sviluppa una macchina in grado di generare piccoli wormholes capaci di connettere in un battito di ciglia due punti distanti nello spazio.

La scoperta, potenzialmente in grado di cambiare per sempre il corso della storia, eccita ma allo stesso tempo spaventa il gruppo che però decide di tentare il tutto per tutto. Certa di poter ottenere un lauto finanziamento, Ana si sottopone in prima persona all’esperimento che, incredibilmente, sembra dare esiti positivi.

Stordita e frastornata dall’esperienza del viaggio nel wormhole, la donna ben presto si accorge di aver perso la memoria a breve termine. Riuscirà Ana a capire cosa è realmente successo durante l’esperimento?

In costante tensione

Mettiamo subito in chiaro una cosa: Anti Matter è un prodotto interessante ma al contempo carente in alcune delle sue componenti fondamentali. Partiamo, per prima cosa, dagli aspetti positivi. La pellicola, fin dalle prime battute, è caratterizzata da un’interpretazione convincente da parte dei tre protagonisti che, in breve tempo, riescono a catturare l’attenzione dello spettatore.

La prova attoriale è sostenuta da un’ottima fotografia, in grado di rendere in modo perfetto la cupa atmosfera (interna ed esterna) che regna nei laboratori di Oxford, luogo dove si svolge l’intera vicenda. Anche le scelte di montaggio, soprattutto nella prima parte, tradiscono una certa famigliarità con i canoni che vanno oggi per la maggiore. I primi quaranta minuti della pellicola, tanto per fare un esempio, sono assolutamente serrati e caratterizzati da un ritmo vivace e che non concede pause allo spettatore.

L’uso sapiente del montaggio riesce inoltre nella non facile impresa di coprire l’evidente carenza di effetti speciali. La pellicola, a basso budget, riesce a rappresentare i wormholes con semplici ma efficaci trucchi di tipo ottico. Per una volta, la mancanza di elaborati effetti speciali non è una nota di demerito ma, al contrario, non fa altro che rendere ancora più efficace l’intera pellicola.

Fili che si intrecciano e si annodano (fin troppo)

Come abbiamo detto in precedenza, Anti Matter è un film caratterizzato purtroppo da alcuni difetti. Quello più evidente e macroscopico riguarda la sceneggiatura. Per dirla in poche parole, lo script di Keir Burrows sarebbe risultato più convincente se solo fosse stato sottoposto a una rilettura in grado di emendare le parti più ripetitive e prive di mordente.

Se è vero che il primo atto è alquanto serrato e il bilanciamento tra azione e spiegazione pare rispettato alla perfezione, non così si può dire per la seconda parte della pellicola. Dopo aver messo in campo una serie di piccole e grandi sottotrame, lo sceneggiatore-regista pare perdersi nel puro gusto del compiacimento fine a se stesso.

Nel secondo atto, infatti, l’azione lascia spazio a un eccesso di verbosità che, però, alla fine serve solo ad allungare il brodo della storia, senza portare a dei risultati eclatanti. Molte delle sottotrame vengono risolte in modo dubbio o troppo rapidamente e la storia si avvia alla conclusione senza sforzarsi troppo di rivivere i “fasti” del primo atto.

A voler essere proprio cattivi cattivi, si potrebbe perfino ipotizzare che lo sceneggiatore, non sapendo esattamente dove andare a parare, abbia preferito lasciare la parte finale quasi sospesa, affidando a una lunga spiegazione – in parte “tecnica”, in parte campata in aria – la vera conclusione della vicenda.

Concludendo

Anti Matter è un’opera prima interessante ma purtroppo piagata da una serie di difetti che, pur non compromettendone la visione, lasciano decisamente l’amaro in bocca. La pellicola è consigliata a coloro che amano le commistioni tra sci fi e noir con l’avvertenza di non aspettarsi un capolavoro ma un film che, con poche rifiniture, sarebbe stato una perla di rara bellezza.

In conclusione
  • Scimmia
  • Storia
  • Effetti
  • Presa
2.4

Riassunto

Anti Matter è un film con un ottimo potenziale che, però, viene purtroppo sprecato. In bilico tra sci-fi e noir, la pellicola ha un inizio fulminante ma, con il passare dei minuti, la carica esplosiva scema per lasciare spazio a dialoghi con poca sostanza e fin troppo verbosi.
Una vera e propria occasione mancata. Andrà sicuramente meglio la prossima volta.